Abusos IVE y SSVM

La rete dei sopravvissuti agli abusi ecclesiastici in Argentina pubblica “Debito Storico Istituzionale”

Fonte: Instagram

Il rapporto “Debito storico istituzionale. “Verità, giustizia e riparazione per i sopravvissuti agli abusi ecclesiastici in Argentina”, preparato dalla Survivors Network nel dicembre 2025, è un documento chiave per comprendere la reale dimensione degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica in Argentina e l’enorme debito che le istituzioni conservano con coloro che sono sopravvissuti a questi crimini.

Dopo 13 anni di lavoro, la Rete accompagna decine di casi penali e circa 60 sopravvissuti, combinando supporto psicologico, consulenza legale e azione pubblica. Questo viaggio gli permette di tracciare una mappa dolorosa ma necessaria: abusi sistematici, insabbiamenti, trasferimenti di aggressori, prescrizione e quasi nessuna riparazione economica e simbolica.

Dati che smantellano il mito dei “casi isolati”

Il rapporto dettaglia 45 casi penali accompagnati dalla Rete, 15 processi con pene che variano da 3 a 25 anni di carcere, processi rallentati dal termine di prescrizione e un ampio elenco di aggressori e complici provenienti da tutte le regioni del paese. Lungi dall’essere eventi eccezionali, i modelli si ripetono: uso del potere spirituale, manipolazione della fede, silenziamento della comunità e protezione istituzionale dei colpevoli.

Insieme ai numeri, compaiono storie: vite spezzate, progetti troncati, anni di silenzio forzato, tentativi di “dimenticare” tutto ciò che si trasformano in malattie, depressione, consumo problematico o persino suicidi. Il documento insiste che ogni fascicolo giudiziario è, soprattutto, una biografia segnata dal tradimento di coloro di cui avrebbero dovuto prendersi cura.

L’assenza dello Stato e i privilegi della Chiesa

Il testo si concentra anche sulla responsabilità dello Stato. In Argentina, non esiste un programma pubblico specifico per i sopravvissuti agli abusi ecclesiastici né una legge nazionale che garantisca una riparazione completa. Le vittime devono litigare da sole davanti a una Chiesa con risorse economiche, squadre di avvocati e protezione politica e simbolica.

Il Concordato con il Vaticano, i benefici fiscali e lo status di “persona giuridica pubblica” rafforzano una situazione privilegiata che facilita l’insabbiamento e ostacola l’accesso a archivi, prove e documentazione chiave. L’asimmetria è brutale: sebbene l’istituzione sia corazzata, i sopravvissuti compiono pellegrinaggi negli uffici giudiziari dove spesso vengono accolti sotto crocifissi e immagini della stessa Chiesa che denunciano.

Verità, giustizia e riparazione: ciò che manca ancora

Il rapporto richiede, tra le altre misure, il riconoscimento degli abusi ecclesiastici come crimine contro l’umanità, l’attuazione di processi per la verità, l’abrogazione dei privilegi legali ed economici della Chiesa, la garanzia della separazione tra Chiesa e Stato e la creazione di un fondo di riparazione dignitoso che consenta ai sopravvissuti di ricostruire il proprio progetto di vita.

Nominare, rendere visibili e fare riparazioni non è un gesto di carità, ma un obbligo etico, legale e sociale.

Questo documento è uno strumento essenziale per sopravvissuti, attivisti, giornalisti, legislatori e per chiunque sia impegnato nei diritti umani. Leggerlo, diffonderlo e chiedere risposte concrete fa parte del modo per saldare un debito che non può più essere rimandato.