Ancora una volta, l’Istituto del Verbo Incarnato è al centro delle polemiche, questa volta nella figura del controverso predicatore Gustavo Lombardo e del suo presunto mentore nell’ombra, padre Gustavo Nieto.
Il Vicario per il clero della diocesi di Phoenix, negli Stati Uniti, ha confermato in una lettera che padre Gustavo Lombardo non aveva l’autorizzazione della diocesi per esercitare il ministero. Inoltre, è stato fatto notare che la sua presenza per lo svolgimento di esercizi spirituali non era stata notificata al vescovo.

Il Vicario ha anche riferito di aver comunicato con il Superiore Provinciale, in quanto nessun sacerdote può svolgere esercizi spirituali nella diocesi senza l’espresso permesso del Vescovo Dolan.

Ha anche espresso al Provinciale la sua preoccupazione per l’attività di Padre Lombardo in Spagna, esortando l’Istituto a rivedere la questione.

L’ombra della disobbedienza
Colpisce che la parrocchia dove è stata commessa questa mancanza di trasparenza abbia come vicario parrocchiale padre Gustavo Nieto, ex superiore generale dell’IVE. Va ricordato che è stato rimosso dal suo incarico dal Commissario Pontificio, che gli ha chiesto di dissociarsi da qualsiasi figura di governo.

Sembra però che questa richiesta non sia stata esaudita, come testimonia la recente fondazione del Santuario del Battesimo del Signore in Giordania.

L’ex Superiore Generale e i suoi precedenti vertici governativi si sono recati direttamente a ricevere il Santuario del Battesimo del Signore a nome dell’Istituto, senza alcuna autorizzazione.

Questo fatto riflette la loro persistente influenza nell’ombra, poiché continuano a esercitare il controllo sull’istituzione e ad agire per suo conto.

Modelli preoccupanti
Questo comportamento sembra ripetersi tra i membri dell’Istituto. Un esempio di ciò è padre Lombardo, che svolge esercizi spirituali senza il dovuto permesso. A questa dinamica partecipa anche il parroco, padre José Sylvester, un giovane sacerdote che mostra fedeltà a padre Gustavo Nieto, che funge da vicario.
La mancanza di trasparenza con il vescovo locale è preoccupante ed è giustificata, a quanto pare, con l’argomento di proteggere la congregazione da presunte persecuzioni ingiuste.
Questo modello di azione si ripete in altri sacerdoti dell’Istituto in diverse parti del mondo.
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