Dopo sei interventi pontifici, lo scioglimento sembra inevitabile
🔶 Introduzione
L’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), fondato in Argentina nel 1984, si è espanso rapidamente in tutto il mondo. Tuttavia, dietro questa facciata di dinamismo missionario, numerose testimonianze denunciano abusi di potere, manipolazioni spirituali, rigidità dottrinali e una struttura settaria difficile da riformare.
Il fatto più eclatante è che la Santa Sede ha già nominato sei commissari pontifici per intervenire nell’istituto. Nessuno di essi è riuscito a realizzare un cambiamento strutturale.
Quali alternative reali sono rimaste ora al Vaticano?
📈 Una crescita artificiale: “bandierine sulla mappa”
Una delle chiavi per la crescita dell’IVE è la sua disponibilità a inviare personale in qualsiasi parte del mondo, anche a scapito della salute fisica e mentale dei suoi membri. Questo atteggiamento è stato celebrato da molti vescovi bisognosi di vocazioni, ma ha anche generato gravi conseguenze.
“Non importa quanto precaria sia la formazione o la maturità emotiva: devi essere presente in tutti i continenti”.
Questa sembra essere la logica interna non scritta dell’IVE.
Questo fenomeno è stato paragonato a una strategia di gioco del T.E.G. (RISIKO), dove l’obiettivo è quello di moltiplicare le “bandierine” sulla mappa del mondo, senza un vero discernimento pastorale o un’adeguata preparazione umana.
⚠️ Sei commissari/delegati pontifici: un evento senza precedenti
Nella storia recente della Chiesa, pochissimi istituti hanno avuto a che fare con più di un commissario pontificio. L’IVE ne ha avuti sei. Non si tratta più di un segno di correzione, ma di una conferma del fallimento di qualsiasi tentativo di riforma interna.
Ogni commissario è arrivato con piena autorità, inviato direttamente dalla Santa Sede. Ognuno di loro si è confrontato con la resistenza, la dissimulazione, la doppiezza, la disobbedienza e la manipolazione. La conclusione sembra chiara: l’IVE non vuole e non può cambiare.
🛠️ Cosa può fare ora il Vaticano?
✅ 1. Scioglimento canonico dell’Istituto
- Grave danno istituzionale.
- Incapacità di riformarsi.
- Perdita del senso evangelico.
❌ numero arabo. Divieto di nuove fondazioni mimetiche
- Moratoria di almeno 5 anni.
- Supervisione delle attività fondative.
- Controllo delle donazioni nella diaspora.
🚡 3. Pontificio Centro per la Riconciliazione
- Accompagnamento spirituale e psicologico.
- Convalida accademica.
- Il discernimento vocazionale.
- Supporto legale e pastorale.
⚠️ Il problema più delicato: i sacerdoti non reintegrabili
Molti sacerdoti formati dall’IVE non possono essere facilmente integrati nella vita ecclesiale ordinaria. Dopo anni di indottrinamento chiuso, di obbedienza assolutista e di visione manichea del mondo, molti di loro non riconoscono alcuna autorità se non quella dell’istituto o della sua ideologia interna.
Spesso considerano coloro che criticano l’IVE come “strumenti del diavolo” e vedono ogni correzione come una persecuzione.
✉️ 1. Stato clericale senza incardinazione
- Rimangono come sacerdoti, ma senza missioni ufficiali.
- Non sono incardinati.
- Vivono ai margini.
Vantaggi: dà tempo al discernimento personale.
Rischi: comunità parallele, “rifondazioni” e tutto riparte.
✉️ 2. Dispensa dallo stato clericale
- Gite pastorali per coloro che non possono integrarsi.
- Rilascia promesse e permette la vita laica.
- Richiesto o proposto dall’autorità ecclesiastica.
✉️ 3. Itinerari di profonda conversione
- Processo accompagnato da guarigione interiore.
- Guidato da persone esterne all’IVE.
- Con l’aiuto psicologico e la riscoperta vocazionale.
👩👧 E cosa accadrà alle SSVM?
Le Serve del Signore e della Vergine di Matará, il ramo femminile dell’IVE, condividono le stesse deviazioni. Replicano una cultura di obbedienza cieca, isolamento affettivo e totale dipendenza clericale.
❌ Cosa è probabile che accada:
- Scioglimento del ramo femminile.
- Proibizione del nome, dell’abito e del carisma.
- Accompagnamento per chi vuole continuare la propria vocazione.
🚡 Misure necessarie:
- Rifugi.
- Convalida accademica.
- Supporto psicologico.
- Il discernimento vocazionale gratuito.
Molte suore hanno offerto la loro vita con sincerità, ma sono state deformate da una struttura malata. La Chiesa ha il dovere di prendersi cura di loro.
🗺️ Conclusione: chiudere con la verità e la misericordia
L’IVE non è più in crisi: è una struttura irriformabile, che ha causato danni spirituali, umani ed ecclesiali. La dissoluzione non è una punizione, ma un atto di giustizia evangelica e di protezione pastorale.
Chiudere l’aborto significa:
- Proteggete i fedeli.
- Risarcimenti alle vittime.
- Rilascia i membri in buona fede.
- Impedire che il modello settario si perpetui.
Verità e misericordia non sono contrapposte. Hanno bisogno l’uno dell’altro per guarire e ricostruire.
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